domenica 21 settembre 2008

Il “nostro” XX Settembre, giorno di festa

dal sito radicali.it
Il “nostro” XX Settembre, giorno di festa

di Mario Pepe, Maria Antonietta Farina Coscioni, Maurizio Turco

Nel corso della seduta di giovedì 18 settembre, a Montecitorio, si è anche parlato di 20 settembre, e di come sarebbe opportuno che venisse proclamato giorno di festa. Sono intervenuti Mario Pepe, anomalo parlamentare del PdL (è iscritto a tutto il “pacchetto” della galassia radicale) e i deputati radicali Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco. Dal resoconto stenografico della Camera riprendiamo i loro interventi.

Mario Pepe: “Chiedo di parlare”.

Presidente: “Ne ha facoltà”.

Mario Pepe: “Signor Presidente, intervengo in quest'Aula, desolatamente vuota, perché resti agli atti un invito, un appello che intendo rivolgerle. Fra due giorni ricorre l'anniversario della battaglia di Porta Pia, una data troppo spesso dimenticata, eppure una data importante, non soltanto per lo Stato italiano, ma soprattutto per la Chiesa cattolica. Dalla perdita del potere temporale la Chiesa cattolica trasse uno slancio verso una spiritualità più alta. Il 20 settembre per noi è soprattutto l'affermazione di un principio: la Chiesa può essere libera solo se lo Stato è libero, e lo Stato è libero quando non ha bisogno di utilizzare la forza per imporre una dottrina, lo Stato è libero quando usa la forza solo per difendere la libertà dei cittadini.
Signor Presidente, io e alcuni deputati il 20 settembre andremo a Porta Pia: andremo a Porta Pia per difendere la libertà della Chiesa, perché la Chiesa si batte per i suoi principi, ma lo faccia con le armi spirituali e morali. Andremo a Porta Pia per difendere la libertà dei sacerdoti, purché questi siano ministri di Dio e non amici del potere. Andremo a Porta Pia perché la Chiesa possa difendere la vita, ma non possiamo non dire che ci sono delle situazioni che offendono la vita: signor Presidente, ci sono 3.000 malati in coma vegetativo che subiscono la vita! Ci sono delle situazioni gravissime! Ci sono delle situazioni disperate, che aspettano da questo Parlamento neoguelfo una legge sul testamento di vita. Signor Presidente, il 20 settembre va al di là dei confini nazionali: oggi nel mondo stanno risorgendo Stati neodottrinali, e il Presidente Berlusconi a Parigi ha messo in allarme, perché questi Stati stanno minacciando la pace e la sicurezza; e contro il risorgere di tali Stati neodottrinali il 20 settembre recupera tutta la sua pregnante rilevanza.

Signor Presidente, le chiedo che la Camera dei deputati il 20 settembre possa essere presente con una delegazione ufficiale e porre una corona davanti alla breccia, perché attraverso quella breccia non passò solo lo Stato italiano e non passarono solo le bandiere, ma passarono le bandiere della civiltà e del progresso e quelle della fede nella scienza, una fede che è sopita e deve essere quindi risvegliata, soprattutto nei giovani di questa difficile e tormentata generazione”.

Presidente: “Grazie, onorevole Mario Pepe, la sua richiesta sarà rappresentata al Presidente della Camera”.

Maria Antonietta Farina Coscioni: “Chiedo di parlare”.

Presidente: “Ne ha facoltà”.

Maria Antonietta Farina Coscioni: “Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi associo a quanto ha detto il collega Mario Pepe: oggi nel nostro Paese è più diffusa di quanto non si mostri di credere e non si pensi un'esigenza laica. Per «laica» intendo non solo l'esigenza di una voce che si differenzi dal coro delle tante altre voci che avversano il laicismo, lo ignorano o, al più, fingono di accettarlo, riducendolo a formula insignificante e vaga. Essere «laici» - ce lo hanno insegnato maestri come Benedetto Croce, Vittorio De Caprariis, Adolfo Omodeo, Guglielmo Pepe, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Mario Panunzio e Leopoldo Piccardi - non è solo una certa concezione dei rapporti che devono regolare le relazioni tra lo Stato e le Chiese; «laico» è una dottrina dello Stato e della politica, è una dottrina moderna della libertà; «laico» è la forza autonoma della libertà, intesa non come accumulazione di privilegi ma come libertà liberatrice.
Per noi liberali e socialisti riformatori - in una parola, radicali - il 20 settembre è una data particolarmente cara: il 20 settembre del 1870 segna la fine del potere temporale dei Papi, e poco dopo Roma finalmente diventa la capitale d'Italia e si corona il sogno risorgimentale che aveva animato Mazzini, Garibaldi, Cavour.
Concludo, signor Presidente e onorevoli colleghi, ribadendo il mio e il nostro impegno di radicali per la difesa della laicità, che passa oggi anche per la libertà di ricerca, per la quale si batté con tutte le sue forze Luca Coscioni: quella breccia di Porta Pia è il simbolo di una liberazione per tutti noi. Per questo auspico, e auspichiamo, che il 20 settembre sia proclamato giorno di festa, una festa non solo per i laici ma per gli autentici cristiani, per i musulmani, gli ebrei, i buddisti e il mondo della fede in altro che nel potere”.

Maurizio Turco: “Chiedo di parlare”.

Presidente: “Ne ha facoltà”.

Maurizio Turco: “Signor Presidente, intervengo per ringraziare i colleghi Farina Coscioni e Mario Pepe che ci hanno invitato il 20 settembre, alle ore 16, a manifestare a Porta Pia. Ognuno lo farà con le proprie convinzioni e con il proprio credo, e penso che il credo che alcuni di noi porteranno quel giorno sia il credo nello Stato di diritto, nella democrazia, nella libertà di pensiero, coscienza e religione. Libertà di pensiero, coscienza e religione che oggi è negata, in questo Paese, nel momento in cui una confessione religiosa viene trattata in modo diverso, e quindi discriminante, rispetto alle altre confessioni religiose.
Il 20 settembre 1870 era un giorno di festa per i laici, per gli anticlericali, per i cattolici liberali, ed era il giorno di festa per Alessandro Manzoni, che da malato compie un viaggio faticosissimo per recarsi da Milano a Roma e per votare, da senatore del Regno, per Roma capitale, lui, cattolico liberale, nonostante il divieto del Vaticano.
Vedremo il 20 settembre, sabato, quanta gente, quanti cattolici liberali di questo Parlamento saranno presenti a Porta Pia. Intanto, registriamo che nel corso dei decenni, dal 1929 in poi, il voto, sia in un regime non democratico sia nel regime democratico - o cosiddetto democratico - ha avuto una sua continuità.
È il voto del Concordato, della commistione tra fede e potere, della simonia che caratterizza oggi le gerarchie vaticane, di cui sono maestre, di un disvalore che hanno sempre predicato in quanto tale ma che oggi praticano ed è il loro connotato”.

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