domenica 26 settembre 2010

«Stiamo svendendo tutto, anche l'orgoglio delle differenze»

Liberazione 21.9.10
Intervista a Giulio Giorello, filosofo della scienza
«Stiamo svendendo tutto, anche l'orgoglio delle differenze»
di Paolo Persichetti

All'insegna di una «ritrovata concordia tra la comunità civile e quella ecclesiastica», si è svolta ieri a Roma la celebrazione del 140° anniversario della breccia di Porta Pia. Presente alla cerimonia insieme al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che nel suo intervento dai toni distensivi ha riconosciuto «l'indiscussa verità di Roma capitale d'Italia». Circostanza non del tutto nuova per un primo segretario della curia. Già nel centenario del 1970 presenziò l'allora cardinale vicario, Angelo Dell'Acqua, che definì «la caduta del potere temporale un segno benevolo della divina provvidenza per la Chiesa». Tutto si è svolto secondo programma, fatta eccezione per una piccola contestazione organizzata dal Partito radicale e subito sedata dalla Digos. L'obiettivo, secondo i voleri del Quirinale, era quello di arrivare ad una "celebrazione condivisa", senza scossoni e polemiche. Non è stato facile. Ci sono voluti dieci mesi di laboriose trattative con l'amministrazione capitolina perché si arrivasse al placet finale. Il Vaticano ha posto proprie condizioni, preteso eventi senza venature anticlericali e polemici riferimenti al passato e al presente. L'evento, tappa importante delle celebrazioni per i prossimi 150 anni dell'unità d'Italia, ha posto non pochi paradossi. Un sindaco d'origine fascista che celebra con enfasi (nel momento in cui passa la legge per "Roma Capitale") una festività introdotta nel lontano 1895 e soppressa da Mussolini nel 1929, in occasione dei Patti lateranensi. Ed ancora, in un cerimoniale che ha mandato in frantumi ogni residua forma simbolica di laicità dello Stato, proprio nel giorno in cui le pubbliche autorità ne celebrano il compimento, il Vaticano fa da argine al legittimismo papalino più retrivo ponendo un veto alla presenza di uno storico, indicato da Alemanno, considerato troppo di destra. «Siamo un Paese senza orgoglio delle nostre battaglie», ci spiega da Lisbona il professor Giulio Giorello.
Mettere la museruola alla storia e addormentarla col cloroformio, è questo che si intende per memoria condivisa?
Mi domando cosa faranno alla prossima commemorazione della Resistenza.
Già visto. L'ultimo 25 aprile a Roma hanno invitato a parlare la Polverini. Poi l'Anpi per coprirsi a sinistra ha attaccato la manifestazione di Casa Pound.
Questa memoria condivisa mi ricorda il monumento fatto fare dal dittatore Franco ai caduti della guerra civile spagnola. Messi tutti insieme, senza distinguere le parti. Negli Stati uniti quando si celebra la guerra civile non vengono messi sullo stesso piano gli abolizionisti e gli schiavisti del Sud.
C'è chi ha definito la cerimonia di ieri, una «breccia al contrario».
A me sembra un muro di cemento messo al posto della breccia. Siamo un Paese che sta svendendo tutto, anche l'orgoglio delle differenze. Provo per questo un senso di grande amarezza.
Quale può essere una narrazione aggiornata della vicenda risorgimentale?
Ad esempio, sarebbe il caso di ricordare che i protestanti hanno avuto un ruolo tutt'altro che marginale nella rinascita della coscienza nazionale italiana. C'è stato un ruolo determinante della componente protestante. Si pensi allo stesso Giuseppe Mazzini. Sarebbe fondamentale rileggere il lavoro di Giorgio Spini, uno dei nostri migliori storici. Non c'è solo il cristianesimo «cucinato in salsa romana», come diceva Giordano Bruno. Un franco e reale riconoscimento delle differenze e non annacquare tutto in una memoria condivisa, mantenere le differenze gioverebbe anche ai cattolici che hanno un serio impegno di fede. La fede e la grazia del signore sono una cosa, le gerarchie un'altra.
Nel suo ultimo libro, "Senza Dio. Del buon uso dell'ateismo" (Longanesi), si definisce Ateo protestante. Che senso ha oggi il Risorgimento?
In questi giorni ho visto la fotografia della regina Elisabetta e del Papa che si sono incontrati. Erano l'immagine di due resti. La monarchia dentro la chiesa e la monarchia dentro lo Stato. Il mio ateismo protestante è un invito ad essere repubblicano, un cristianesimo senza monarca, uno Stato senza monarca. Mi definisco Ateo repubblicano, protestante. Porfirio Diaz diceva, «Povero Messico così lontano da dio, così vicino agli Stati uniti». Allo stesso modo possiamo dire, povera Italia così lontana da Dio e con il Vaticano dentro casa.
Questa storia condivisa dimentica massacri e misfatti anche dell'esercito piemontese.
Ci vuole il coraggio che hanno gli storici degli Stati uniti. Raccontare questi momenti di guerra civile con un grande respiro come Herman Melville per il Nord e William Faulkner per il Sud. Noi abbiamo avuto alcuni grandi come Verga, a proposito della novella "La libertà". Scavare nella nostra coscienza collettiva, esaminare con franchezza fuori dall'agiografia non nascondere le cose ma il contrario.

mercoledì 22 settembre 2010

Da Porta Pia ai ...

l’Unità 21.9.10
Da Porta Pia ai nuovi banchieri di Dio
Le vie dello Ior sono infinite
di Nicola Tranfaglia
(...)
Tutto questo avviene dopo la grottesca cerimonia di domenica per i 140 anni della breccia di Porta Pia che ha visto protagonista il cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano e grande amico del presidente dello Ior Gotti Tedeschi. Una cerimonia grottesca perché, in nome di una ennesima riconciliazione tra lo Stato e la Chiesa, si è dimenticato il significato storico della conquista di Roma da parte dello Stato liberale per farne la capitale proprio in opposizione a quel potere temporale dei Papi che sembra proprio ora essere risorto nell’Italia governata da Silvio Berlusconi e dal suo populismo autoritario.

martedì 21 settembre 2010

BERSAGLIERI ALL'ASSALTO DI PORTA PIA 20 SETT.1870



BERSAGLIERI ALL'ASSALTO DI PORTA PIA 20 SETT.1870
RICORRENZA DELLA BATTAGLIA DI PORTA PIA
Un video ben realizzato. Forse troppo agiografico. Manca un riferimento storico che poteva essere realizzato evitando la ripetizione delle stesse foto con effetti speciali. Troppo esaltati i bersaglieri... e che noi ci ricordiamo ancora di Genova...
Almeno un video non dedicato a frati e suore.

lunedì 20 settembre 2010

Certi connubi - Il grido di attualità... per il 20 settembre

Certi connubi - Il grido di attualità... per il 20 settembre

L'ultimo XX settembre. La conciliazione dinanzi... al buco di Porta Pia



L'ultimo XX settembre. La conciliazione dinanzi... al buco di Porta Pia

Il 20 settembre 1980 - Da porta Pia alla... porta di Pio

Il 20 settembre 1980 - Da porta Pia alla... porta di Pio

20 settembre 1870 - la breccia di Porta pia

20 settembre 1870 - la breccia di Porta pia

La presa di Roma - 1870



La presa di Roma - 1870

Un documento del cinema muto: La Presa di Roma, 1905, di Filoteo Alberini. Ciò che rimane - debitamente restaurato - dei 12 quadri che originariamente componevano il film.

domenica 19 settembre 2010

venerdì 17 settembre 2010

Pace tra Chiesa e i bersaglieri, polemica su Bertone a Porla Pia

Pace tra Chiesa e i bersaglieri, polemica su Bertone a Porla Pia

Claudio Marincola, Il Messaggero, 16/09/10

Il Papa che riceve la visita dei Bersaglieri a San Pietro e indossa il cappello piumato del Corpo. Il segretario di Stato Bertone che andrà a Porta Pia, fatto quasi senza precedenti. E in Campidoglio monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio che aprirà con il suo saluto la sessione di un convegno dedicato anche a Pio IX, massimo esponente del “sovrano potere temporale”. Il Campidoglio ha programmato una 3 giorni di eventi per i 140 anni di Roma Capitale. Mostre, aperture straordinarie dei ministeri, decine di appuntamenti, legando la ricorrenza dei 140 anni al riconoscimento del nuovo status istituzionale, le nuove funzioni amministrative riconosciute all'Assemblea capitolina in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.
«Ma l'evento più importante dal punto di vista simbolico è proprio la presenza del segretario di Stato Bertone. "il numero 2" del Vaticano - osserva il professor Vittorio Vidotto, ordinario di Storia Contemporanea alla Sapienza - anche se non parlerei di riconciliazione. quella risale al 1929. Diverso il discorso su Pio IX, accolto nel '48 come paladino delle libertà e divenuto poi il vero nemico dell'unità nazionale».
Ai radicali, abituati a festeggiare da soli il 20 settembre, tutto questo non va bene. «Alemanno vuole costruire una nuova memoria» è insorto alla garibaldina il segretario Mario Staderini. «Come già tentò il fascismo - continua la nota. sottoscritta anche da Sergio Rovasio, segretario dell'Associazione "Certi diritti" - il sindaco dopo i fasti pagani dei campi Hobbit vuole ridurre a simbolo nazionalista un evento che segnò per l'intera Europa l'inizio di una nuova libertà di coscienza». Domenica, alle 12,30, i militanti di Pannella hanno già indetto una contro-celebrazione a Porta Pia. Quel giorno «ci saranno anche 4 mila bersaglieri, 4 fanfare e tre gruppi storici», avverte Antonino Torre, capogruppo della Lista civica per Alemanno. Lo stesso che nel 2008, in occasione della 137° ricorrenza scatenò un parapiglia storico e ideologico citando uno per uno gli zuavi dell'esercito pontificio caduti dall'altra parte della Breccia. «Sono davvero futili e pretestuose le polemiche dei radicali sulla storia della nostra città - respinge ancora una volta le accuse Torre - nessuno ha bisogno delle lezioni di storia che cercano di imporci i radicali. però sono liberi di partecipare a questo evento e, magari, imparare qualcosa».
Lunedì 20 settembre il presidente della Repubblica deporrà una corona davanti al monumento dei caduti di Porta Pia. Quindi, alla presenza del cardinale Bertone,visiterà il Museo dei Bersaglieri e la mostra allestita per l'occasione. Clima da "riconciliazione". È quello che i radicali contestano. In particolare non digeriscono la sessione del convegno di apertura dedicata a Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, «il Papa re del Sillabo e delle esecuzioni capitali». L'incontro in Campidoglio sarà moderato, sabato mattina, da Marcello Veneziani, presenti tra gli altri Giuliano Amato, Giuliano Ferrara, Vittorio Messoci, Paolo Mieli. Andrea Riecardi e Lucio Villan. È vero che lo stesso giorno ci sarà anche la staffetta al Sacrario garibaldino di Mentana, al Gianicolo. Ma non basta a placare l'ira dei radicali. Per loro Alemamno ha «operato una revisione storica sotto la sapiente regia delle gerarchie vaticane». Perciò tutti a Porta Pia.

Il valore del XX settembre

Il valore del XX settembre

Mario Staderini, Europa, 17/09/10

«Dalla presa di Roma alla resa 1870-2010». Non si tratta di una nuova fiction prodotta dalla Lux Vide di Ettore Bernabei, bensì del titolo più appropriato per la messa in scena organizzata dal sindaco della Capitale Gianni Alemanno in occasione del 140esimo anniversario del XX settembre. Dopo decenni in cui le istituzioni hanno praticato la rimozione culturale, quest'anno il Comune di Roma ha organizzato tre giorni di celebrazioni al solo scopo di costruire una diversa memoria. Una «nuova visione storica dei fatti, degli avvenimenti e dei personaggi», ha tenuto a precisare monsignor Pasquale Iacobone, membro del Comitato organizzatore. Come già tentò il fascismo, Alemanno, folgorato sulla via del Campidoglio dopo i fasti pagani dei Campi Hobbit, vuole ridurre a simbolo nazionalista un evento che segnò per l'intera Europa l'inizio di una nuova libertà di coscienza, di pensiero e di religione.
E così, in nome di Roma capitale, le crescenti schiere di atei devoti tentano di riscrivere la storia sotto l'abile regia delle gerarchie vaticane. Le prime avvisaglie si erano già avute lo scorso anno, quando il delegato del sindaco dedicò la cerimonia agli zuavi pontifici. Questa volta ne vedremo di tutti i colori. Se l'omaggio che l'associazione dei bersaglieri ha reso a Benedetto XVI recandosi in Vaticano per suonare l'inno pontificio può essere liquidato come risibile folclore, altrettanto non può dirsi del programma ufficiale. A partire dal convegno inaugurale di sabato in Campidoglio, tutto incentrato sulla riabilitazione storica di Pio IX. Proprio lui, il Papa Re, del Sillabo, delle esecuzioni capitali, dell'infallibilità papale, colui che scongiurò il cugino Vittorio Emanuele II di allontanare dall'Italia un terribile flagello: l'introduzione dell'istruzione obbligatoria. Sarà per questo, forse, che i lavori saranno aperti da monsignor Ravasi, responsabile del Pontificio consiglio della cultura.
C'è di che preoccuparsi in vista di lunedì 20 settembre quando, alla cerimonia ufficiale che vedrà a Porta Pia dopo tanti anni il presidente della repubblica, presenzierà Tarcisio Bertone. Di certo il segretario di Stato Vaticano non pronuncerà le parole usate dal cardinal Dell'Acqua che, delegato da Paolo VI in occasione del centenario della Breccia, definì la caduta del potere temporale un segno benevolo della Divina Provvidenza. Parlare di riconciliazione, come avvenuto in questi giorni, significa ribadire che si tratta di un rapporto tra Stati. Quel che si vuole rimuovere, attraverso questa operazione di revisionismo, è il valore epocale che la liberazione di Roma dal potere pontificio rappresentò nel mondo politico, culturale e religioso europeo. Un evento che, sancendo la separazione tra potere spirituale e potere temporale auspicata anche dai cattolici liberali Rosmini e Manzoni, ebbe ripercussioni in tutti i paesi, rivoluzionando l'atteggiamento dell'opinione pubblica rispetto al rapporto tra Stato e Chiesa.
Noi Radicali, insieme ai liberali, ai laici, ai religiosi e ai democratici che riusciremo a raggiungere, lo celebreremo a Porta Pia domenica 19, alle ore 12.30.

Il destino di Roma: la doppia capitale nazionale e religiosa

Il destino di Roma: la doppia capitale nazionale e religiosa
Francesco Margiotta Broglio
Corriere della Sera 17/9/2010

Prospettive. Il nuovo status e gli equilibri concordatari

Un ruolo cruciale che non va sminuito

Solennizzare i centoquarant'anni della presa di Roma nel momento in cui una importante forza di governo non propone ancora il trasferimento della capitale al Nord (Salò?), ma sostiene almeno quello di buona parte dei ministri e della amministrazione pubblica, appare veramente paradossale. E proprio quando, grazie anche all'impegno dei sindaco di Roma Gianni Alemanno, sta per essere approvato il decreto legislativo che attua la legge 42 del 2009 in materia di ordinamento di «Roma Capitale», disciplinando gli organi di governo, l'Assemblea capitolina, la presenza del sindaco al Consiglio dei ministri per le questioni inerenti la città, lo status degli amministratori. Per non dire che sminuire il ruolo nazionale della città che nel 1870 aveva collegato il Nord e il Sud , riducendola, come si vorrebbe, a «capoluogo regionale», significherebbe indebolire anche quello della Roma papale, che convive positivamente e non più solo «di fatto» con quella italiana dal 1929 e che sarà rappresentata per la prima volta a Porta Pia il giorno 20 settembre dal cardinale Tarcisio Bertone, capo del governo di Sua Santità, accanto al presidente Giorgio Napolitano, dimostrando che non si vuole certo, nei Sacri Palazzi, ritornare alla città del Papa. Del resto già Giovanni XXIII nel 1961 aveva parlato dell'Unità d'Italia, in occasione del centenario, come di un «motivo di esultanza sulle due rive del Tevere» e il cardinale Giovanni Battista Montini, l'anno dopo, della Provvidenza che il 20 settembre aveva «tolto al Papato le cure del potere temporale perché meglio potesse adempiere la sua missione spirituale nel mondo». Solo tre anni fa la rivista del senatore Giulio Andreotti «30 Giorni» aveva proposto di proclamare quel giorno «festa nazionale del Risorgimento unitario», come aveva fatto il capo del governo italiano Francesco Crispi nel 1895, e si erano ricordate su queste colonne le resistenze opposte da Benito Mussolini di fronte alle richieste di Pio XI di abolire la solennità civile dell'anniversario di Porta Pia e alla minaccia di pubbliche proteste, con relativa riapertura della questione romana chiusa soltanto un anno prima. Nel dicembre del 1939 l'11 febbraio, anniversario della Conciliazione, sostituirà però, tra le festività, quello del 20 settembre. Porta Pia non fu un'impresa politicamente facile e ancora alla fine della Grande guerra il Vaticano che con Leone XIII aveva formulato più di sessanta proteste continuava a rimproverare agli «usurpatori» del 1870 gli «affronti al Papa e la persecuzione dei cattolici». Già l'armo successivo alla breccia, però, la Legge delle Guarentigie (1871) era riuscita a stabilire un equilibrio fra Stato e istituzioni ecclesiastiche che superò le difficoltà della Prima guerra mondiale e che la Santa Sede finì per accettare se, nel 1924-25, cercò di ottenere dall'Italia una revisione della legge stessa in senso pi favorevole alla Chiesa. La Seconda guerra mondiale mise, invece, alla prova i Patti del Laterano e la città, dopo l'8 settembre 1943, fu certo più del Papa che dei Savoia, i quali, nell'ormai lontano 1871, si erano insediati al Quirinale, con Vittorio Emanuele II, quasi a malincuore.
Solo qualche anno fa la Consulta ha enucleato dalla Costituzione della Repubblica il principio «supremo» di laicità dello Stato, lo stesso principio che, pur con alcune contraddizioni, aveva informato la legislazione ecclesiastica postunitaria dello Stato liberale. E, diversamente dal centenario del 1870, che coincise con l'introduzione del divorzio e con l'inizio della crociata referendaria dei cattolici, questa centoquarantesima ricorrenza consacra il positivo equilibrio fondato sulla separazione costituzionale degli «ordini» e consolidato dai nuovi accordi concordatari del 1984 fra uno Stato stretto tra l'integrazione europea e il federalismo, confuso ma incalzante, e una Chiesa indebolita in Italia dalla diminuzione del clero e della pratica religiosa e dalla crisi dell'obbedienza ai precetti morale, ma certamente molto autorevole nel mondo e rafforzata dalla capillare azione caritativa nella società favorita anche dal meccanismo di finanziamento dell'8 per 1000 concordatario e dalla forte difesa degli «ultimi» che si vorrebbero espellere o chiudere in nuovi lager «nordisti». Milano capitale e Roma città del Papa, dopo quasi un secolo e mezzo dalla breccia di Porta Pia? Varrebbe la pena ricordare Bisanzio, la «Nuova Roma», elevata a capitale dell'impero da Costantino nel 330 e conquistata dal turchi nel 1453, e mettere in guardia contro il rischio che, una volta esauditi gli auspici islamici del colonnello Gheddafi, il duomo di Milano (IV Roma) possa fare la fine della grande basilica di Santa Sofia, eretta da Costantino e ricostruita da Giustiniano. Basterebbe aggiungere, come a Istanbul, qualche minareto e sostituire la Madonnina con la Mezzaluna.

«L'Osservatore Romano» di ieri ha dedicato due pagine alla breccia di Porta Pia. Al centro della ricostruzione le istruzioni impartite da Pio IX al comandante del suo esercito, generale Hermann Kanzler. Pare che il Papa avesse in un primo tempo ordinato di opporre una resistenza puramente simbolica e poi abbia corretto retrospettivamente le disposizioni per coprire il comportamento dei militari, che si batterono fino all'apertura della breccia.

giovedì 16 settembre 2010

Tra Italia e Vaticano è guerra sul 20 settembre

Tra Italia e Vaticano è guerra sul 20 settembre
Pierre de Nolac
Italia Oggi 15/9/2010

A centoquaranta anni dal 1870, la presa di Porta Pia è ancora oggetto di ima raffinata guerra psicologica tra l'Italia e il Vaticano: per alcuni rappresentanti della cosiddetta aristocrazia nera romana, ovvero quella papalina, il 20 settembre è sempre una giornata di lutto, che ha segnato la fine dello stato pontificio, e per questo aprono solo a metà i portoni dei loro palazzi principeschi. Stavolta sono gli eventi culturali a evidenziare la distanza tra lo stato italiano e la Santa Sede, senza dimenticare il ruolo del comune di Roma guidato da Gianni Alemanno, che presenterà la conclusione del lavori di ristrutturazione a palazzo Braschi, edificio scelto dai Savoia come sede del ministero dell'interno e ora museo di Roma. E il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, proprio il 20 settembre, visiterà una biblioteca intitolata a Elsa Morante, intellettuale laica per eccellenza (che non concluse un testo intitolato Senza i conforti della religione). A quella che tra i cardinali sembra una sfida giocata con messaggi raffinatissimi, grazie alla scelta di luoghi e personaggi significativi in chiave antireligiosa, Papa Ratzinger offre una risposta altrettanto colta: la riapertura della biblioteca apostolica vaticana. I lavori di ristrutturazione sono durati tre anni, voluti personalmente da Benedetto XVI, assiduo frequentatore dell'istituzione culturale: c'è anche un bunker sotterraneo a prova di bomba nucleare che protegge centinaia di migliaia di documenti antichissimi sotto una coltre di oltre quattro metri dl cemento armato, in uno scrigno ideato per preservare un milione e seicentomila volumi a stampa, centocinquantamila manoscritti e incunaboli, alcuni dei quali preziosissimi come la Bibbia Urbinate laminata con scaglie di oro per oltre un chilo e mezzo e finemente dipinta, preziosissimi papiri, reperti diplomatici, carte antichissime, codici, testi di filologia, patristica, agiografia e numismatica. E d'ora in poi gli studiosi saranno sottoposti a controlli di ogni tipo: ogni volume ha un chip sulle pagine finali e una struttura di sicurezza fatta di barriere, varchi, telecamere, consentirà di seguire l'eventuale trasferimento dei libri sul suolo italico. E, fuori dal coro, tra le iniziative non potevano mancare quelle dei radicali di Marco Pannella, storicamente impegnati nelle celebrazioni della fine dello stato pontificio: per domenica 19 settembre hanno promosso una manifestazione sul luogo della breccia per fare la «vera commemorazione del XX settembre». Per i radicali è stato organizzato un tour turistico della laicità su un pullman scoperto che partirà alle ore 10,30 da Castel Sant'Angelo (appuntamento nello slargo antistante l'inizio di via della Conciliazione) e farà tappa nei principali luoghi che hanno caratterizzato la storia della liberazione di Roma dal potere ecclesiale (Repubblica Romana 1849, Insurrezione del 1867 e Porta Pia del 1870, inserendo anche una tappa dedicata alla lotta per il divorzio datata 1975) con una guida (laicissima, ovviamente) storica del luoghi.

mercoledì 15 settembre 2010

Il restauro di Porta Pia per i 140 di Roma Capitale

Il restauro di Porta Pia per i 140 di Roma Capitale
Costantino d’Orazio
Libero - Roma14/9/2010

Il prossimo fine settimana si annuncia memorabile per Roma. La città avrà due motivi per festeggiare: saranno 140 anni vissuti da Capitale d'Italia e sarà il primo giorno da metropoli con poteri speciali. A inaugurare questa nuova era sarà il Presidente Napolitano, che lunedì riceverà in Campidoglio la cittadinanza onoraria. «Con la scelta di fare Roma la capitale del nuovo Stato alla fine dell'Ottocento», ha dichiarato ieri il Sindaco Alemanno, «l'Italia incontrò le radici della sua identità nazionale. Roma, che era già una città internazionale, divenne anche il centro della nazione». All'epoca la città era piuttosto impreparata al nuovo incarico. Assomigliava più ad un grande villaggio con meno di duecentomila abitanti. Il nuovo statuto di capitale richiese la costruzione di quartieri, come l'Esquilino, e la realizzazione degli edifici che avrebbero ospitato la nuova amministrazione pubblica. Grandi trasformazioni interessano l'antica Via Alta Sémita, che diventa via Venti Settembre (dal giorno della breccia di Porta Pia) e non a caso sarà il cuore delle manifestazioni organizzate dal Comune di Roma dai 18 al 20 settembre, con l'apertura al pubblico dei ministeri e la proposta di spettacoli teatrali. La tre giorni parte sabato con una lunga festa animata dall'Associazione Bersaglieri, che a mezzogiorno trasferirà la fiamma dal Sacrario Garibaldino di Mentana fin sul Gianicolo, al piedi del monumento a Garibaldi. Dopo il concerto mattutino della Fanfara di Roma proprio sul Belvedere, nove piazze di Roma (da piazza Sempione a piazza San Giovanni di Dio) saranno animate dalle bande dei bersaglieri a partire delle 18. L'arte sarà invece protagonista domenica, quando già dall'una sarà possibile entrare gratuitamente a Palazzo Braschi attraverso il nuovo ingresso su piazza Navona. Il Comune ha recuperato di recente una nuova ala del palazzo, dove sarà allestita la caffetteria, una libreria e ulteriori spazi espositivi, che ospiteranno la mostra I colori del Risorgimento . Alla pittura patriottica di fine Ottocento è dedicata anche l'anteprima delle Scuderie del Quirinale, che presenteranno il dipinto di Michele Cammarano La carica dei bersaglieri a Porta Pia , un'enorme tela che fotografa l'impeto dei soldati in modo estremamente scenografico. Dopo un lungo ed accurato restauro, su Corso Vittorio Emanuele riaprirà il Museo Barracco, che custodisce gli antichi reperti archeologici appartenuti a Giovanni Barracco, tra antichi marmi egiziani e lastre assire. Solo dopo le 19 si potrà accedere a Palazzo Barberini, che inaugura le sale restituite dal Circolo Ufficiali, oggi dedicate alla pittura italiana del Trecento e Quattrocento. Sarà l’occasione per riscoprire i capolavori di Filippo Lippi, Perugino e Giovanni Bellini, che fanno del museo una delle pinacoteche più ricche d'Europa. Dalle quattro alle otto saranno aperti per visite guidate (su prenotazione al nr. 060608) i palazzi ottocenteschi dei Ministeri delle Politiche Agricole, dell'Economia e della Difesa, sulle cui facciate saranno proiettati giochi di luce e composizioni laser. Da non perdere, la visita di Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia, che ospita straordinari rivestimenti marmorei e una collezione d'arte raramente aperta al pubblico. L'allegria o lo humour di Antonio Giuliani apriranno la serata di spettacolo sul palcoscenico allestito tra Via XX Settembre e Via Pastrengo. Una lunga kermesse che vedrà alternarsi sotto i riflettori Rodolfo Laganà, Pino Insegno e Enrico Montesano, che evocherà le figure di illustri intellettuali alla scoperta di Roma. Goethe, Stendhal, Byron e Keats rivivranno con la voce dell'attore romano, preceduto da un interessante esperimento di Michele Placido. L'attore-regista ripercorrerà la vicenda dei Fratelli Cairoli, morti nel tentativo di dare una capitale all'Italia appena nata. «Erano due padani, ma parlavano romano», racconta Placido, «oggi sarebbero un bell'esempio di spinto nazionale». Lo spettacolo sarà arricchito dalle musiche del premio Oscar Nicola Piovani, che ha arrangiato canzoni patriottiche e musiche d'epoca. Nel giorno in cui si ricorda la sconfitta del Papa da parte delle truppe garibaldine, anche il Vaticano ha voluto partecipare alle celebrazioni: tre chiese ospiteranno concerti con musiche di Verdi e Wagner.

martedì 14 settembre 2010

Per la vera commemorazione del XX Settembre!

da radicali.it
Per la vera commemorazione del XX Settembre!

150° anniversario dell’Unità d’Italia
200° anniversario nascita di Cavour
140° anniversario della Breccia di Porta Pia (XX Settembre 1870)

In occasione del 140° anniversario, a fronte delle tentazioni revisioniste portate avanti dalle autorità “ufficiali”, le stesse che per decenni hanno operato una sistematica rimozione culturale della Roma laica e risorgimentale, vogliamo ricordarne il significato e il valore epocale nella storia italiana ed internazionale, sul piano istituzionale, politico, laico e religioso.

Contro ogni fondamentalismo dell'illibertà, della violenza, della frattura tra la coscienza e la scienza. Per un nuovo Risorgimento laico e liberale.

l'articolo completo su
http://www.radicali.it/primopiano/porta-pia-commemorazione-xx-settembre-roma

mercoledì 8 settembre 2010

XX SETTEMBRE: LAICITA' INCOMPIUTA E VOGLIE DI REVISIONISMO

XX SETTEMBRE: LAICITA' INCOMPIUTA E VOGLIE DI REVISIONISMO
Sabato 11 settembre, alle ore 22.00,
presso l' "Esaforum / Piazza delle Associazioni"
della Festa dell'Unità di Bologna (Parco Nord)
il circolo UAAR di Bologna organizza l’incontro

XX SETTEMBRE:
LAICITA' INCOMPIUTA E VOGLIE DI REVISIONISMO
A 140 ANNI DALLA VERA UNITA' D'ITALIA

Partecipano

On. Franco Grillini
consigliere regionale Emilia-Romagna, presidente onorario Arcigay

Maurizio Cecconi
portavoce Rete Laica Bologna

Sergio Ribet
pastore della Chiesa Metodista Valdese di Bologna

Roberto Grendene
coordinatore del circolo UAAR di Bologna

martedì 7 settembre 2010

Comune di Roma commemora Porta Pia chiedendo parere e modalità al Vaticano

da radicali.it
Rovasio: Comune di Roma commemora Porta Pia chiedendo parere e modalità al Vaticano

Dopo gli zuavi pontifici quest’anno sara’ la volta del ricordo del papa re? Radicali, liberali, anticlericali, laici faranno la vera commemorazione il XX settembre 2010.


Dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti:


Quasi due anni fa, il 20 settembre 2008, il Comune di Roma, in occasione della commemorazione della presa di Porta Pia, ebbe la geniale idea di commemorare (a nostre spese) i 19 zuavi pontifici, per lo più mercenari al soldo del Papa Re, anziché l’eroica impresa di 49 bersaglieri caduti per liberare la città di Roma per farla diventare capitale dell’Italia.

Lo scorso anno, il 20 settembre 2009, fu impedito ai radicali di svolgere una marcia per ricordare i luoghi della liberazione di Roma dallo Stato pontificio e fu permesso soltanto di svolgere l’annuale commemorazione a Porta Pia.

Quest’anno, la commemorazione del 140° anno della liberazione di Roma ha superato ogni incredibile fantasia diplomatico-istituzionale di asservimento al potere clericale del Vaticano: il Comune di Roma, secondo fonti giornalistiche, avrebbe chiesto il parere al Vaticano su quali sarebbero stati gli storici graditi e quali no per lo svolgimento dei diversi eventi promossi per le commemorazioni garantendo che gli stessi si sarebbero svolti senza la partecipazione di forze anticlericali e antivaticane. Ci viene il sospetto che quest'anno vogliano commemorare il Papa Re, responsabile di atti e azioni gravissime contro la popolazione romana durante il suo regno.

Possiamo preannunciare sin d’ora che al più presto ci organizzeremo con tutte le realtà radicali, liberali, repubblicane, laiche, libertarie, anticlericali, per fare il prossimo XX Settembre una commemorazione adeguata a ricordare i 140 anni della Breccia di Porta Pia, senza chiedere pareri a Stati esteri, tanto meno a Stati teocratici che vivono di impunità e privilegi, e per onorare la memoria degli eroi del Risorgimento italiano.