martedì 3 agosto 2010

I 150 anni dell’Unità d’Italia. Difendete Porta Pia dal clericalismo

I 150 anni dell’Unità d’Italia. Difendete Porta Pia dal clericalismo
Massimo Teodori
Corriere della sera 31/7/2010

Caro direttore, avremo dunque per il 20 Settembre un anniversario di Porta Pia in salsa clericale? Questo sembra riservarci il sindaco di Roma: «La ricorrenza sarà ricordata con una ricca scaletta di incontri totalmente graditi alla Santa Sede e al segretario di Stato, il cardinale Bertone, il quale in sintonia con il sindaco di Roma Alemanno ha dato il suo placet alle celebrazioni che dal 18 al 20 settembre vedranno coinvolti il Quirinale, il Campidoglio e il Vaticano. Gli uomini del Papa avrebbero imposto al sindaco di Roma, che li ha accolti, veti d'ogni tipo verso gli «storici sgraditi», arrivando al grottesco di correggere il titolo di un convegno «Pio IX, il Papa Re» proposto dal cattolico tradizionalista Marcello Veneziani. Se tali notizie fossero vere, ci troveremmo di fronte a un insulto culturale e storico contro la società e le istituzioni italiane, proprio nell'anno di Cavour e dell'Unità d'Italia. Stravolgere il significato di Porta Pia è un delitto intellettuale che può essere compiuto solo da chi fa uso strumentale della Storia. Non rivendico qui la tradizione anticlericale che pure ebbe una ragion d'essere di fronte allo Stato pontificio nemico dell'Unità d'Italia, e continua ad avere senso verso coloro che ripropongono i moduli di sovrapposizione del potere clericale alle istituzioni civili, come nel caso della politica del cardinal Ruini. Il punto è un altro: il significato autentico del 20 Settembre appartiene alla nostra storia, specialmente ai suoi momenti più alti. Porta Pia significa per gli italiani l'unità spirituale, politica e territoriale. Quell'Italia ha voluto dire lo Stato laico fondato sul principio cavouriano separatista «Libera Chiesa in libero Stato». Tra il 1870 e il 1922 si è consolidata in senso liberale la nazione restituendo la libertà anche al cattolici sollevati dal fardello del potere temporale. Sarebbe grave, ad esempio, se Roma dimenticasse uno dei suoi migliori protagonisti, il sindaco Ernesto Nathan che gettò le basi moderne della capitale. Ma la Roma di Porta Pia come simbolo non adulterato va preservato non soltanto per i liberali e i democratici, ma anche nel ricordo di un grande cattolico come De Gasperi che rifiutò l'operazione Sturzo di stampo clerico-fascista, e perciò non fu più ricevuto da Pio XII a cui indirizzò un'orgogliosa lettera rivendicando la piena autonomia istituzionale. E’ questo un episodio che i governanti locali e nazionali dovrebbero meditare. Attendiamo perciò che il sindaco Alemanno renda noto a quali mani ha affidato le celebrazioni di Porta Pia, con quali criteri storici e culturali, e quali inclusioni o esclusioni ha messo in atto, e su suggerimento di chi. Così si dovrebbe fare in una democrazia occidentale.

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