sabato 19 settembre 2009

Lo spirito vivo del nostro XX settembre


Lo spirito vivo del nostro XX settembre

Liberal del 18 settembre 2009, pag. 23

Luca Bagatin

Come ogni anno i Massoni del Grande Oriente d’Italia, il XX Settembre, celebrano l’equinozio d’autunno e il ricordo della Breccia di Porta Pia, allorquando, con l’entrata dei Bersaglieri in Roma, si pose fine al potere temporale dei Papi e si riportò la città alla civiltà. In questi giorni ho avuto modo di trovarmi fra le mani un vecchio numero della Rivista Massonica del Goi, diretta dall’ex gran maestro Giordano Gamberini, del gennaio 1975. Vi ho trovato un bell’articolo di Spartaco Mennini, a ricordo proprio del XX Settembre e dell’Unità d’Italia. Nell’articolo è detto che la Massoneria non partecipò al processo di unificazione ed emancipazione dell’Italia dal giogo austriaco, papalino, francese e borbonico, ma allo stesso tempo furono molti i massoni a parteciparvi. Massoni che furono imprigionati, che morirono a Novara, Custoza, Curtatone, Montanara, che furono decapitati a Roma in piazza del Popolo e così via... Questo, spiega Mennini, perché «la Massoneria è l’anima delle cose, è l’idea che muove ma che mai può pretendere o meglio che mai deve imporre la soluzione temporale». E ancora: «Il Massone deve essere il cavaliere della libertà, ma non deve imporre un modello di libertà». Questo a dire quali alti ideali antidogmatici ed antitotalitari ispirarono personalità carismatiche e coraggiose quali Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli e moltissimi altri, e persino donne come Madame Helena Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, che combattè fra le truppe garibaldine nella battaglia di Mentana.Tornando al XX Settembre, essa è la festa di tutti i sinceri democratici, laici, liberali, repubblicani e monarchici per le libertà, di tutti gli ebrei, i carbonari, i massoni, i cattolici liberali, di tutti gli italiani e le italiane insomma. E festa nazionale deve tornare ad essere, come proposto dal disegno di legge di iniziativa dei deputati Mario Pepe e Giancarlo Lenher (Pdl) e Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco (Radicali), perché abolita dal totalitarismo fascista negli anni ‘20 del ‘900 e perché patrimonio dell’Italia intera in quanto simbolo della stessa unità na- zionale. Unità nazionale che compirà fra poco 150 anni e della quale dovremmo davvero andare orgogliosi. Non per mero ed illusorio "sentimento di patria", bensì perché siamo un Paese tutto sommato libero anche se non del tutto democratico e civile. E perché siamo un Paese ancorato all’Occidente, nonostante le pericolose spinte vaticane. Un Paese di fratelli con un’unica lingua e medesimi usi e costumi. Un Paese che dovrebbe provare dunque vergogna per coloro i quali propongono di insegnare nelle scuole il dialetto e/o osano parlare in dialetto persino nel Parlamento europeo. È altresì vergognoso che quest’anno sia stato vietato ai Radicali di tenere la consueta "marcia anticlericale" il 19 settembre da Porta Pia a Piazza Pio XII, davanti alVaticano, nemmeno se svolta"in fila indiana". A ogni modo i Radicali affermano con forza che in quella data, a partire dalle 14.00, a Porta Pia, ci saranno comunque. Come ci saranno tutti coloro i quali credono che la laicità dello Stato non sia mai bieca o malata, bensì civile ed emancipatoria.

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