mercoledì 17 settembre 2008

«Data provvidenziale» «No, giorno infausto»

Corriere della Sera, Pagina 47, 20 settembre 2007
LA DISCUSSIONE
«Data provvidenziale» «No, giorno infausto»

Oggi Valerio Zanone, presidente della Fondazione Einaudi di Roma, porta una corona di fiori a Porta Pia. E l' idea di ripristinare la festa del 20 settembre lo trova d' accordo: «È giusto che torni nel calendario delle date ufficiali, poiché rappresenta la laicità dello Stato e l' unità nazionale: due valori da riaffermare in una fase in cui le Camere non riescono ad approvare leggi sui diritti civili e il Risorgimento è oltraggiato da leghisti e neoborbonici. I primi ad essere favorevoli dovrebbero essere i cattolici, perché la caduta del potere temporale contribuì a restituire alla Chiesa il ruolo che le è proprio». Sul versante opposto si colloca Roberto de Mattei, biografo e grande estimatore di Pio IX: «Non considero il 20 settembre una data fausta né per la Chiesa né per l' Italia: nel 1870 mi sarei schierato con i difensori della Roma pontificia. È vero che la Conciliazione poi sanò la ferita, ma non per questo la ferita merita di essere celebrata. Aggiungo che non voglio mettere in discussione l' unità dell' Italia, la cui sovranità va anzi difesa dalle crescenti intromissioni europee». Un altro storico credente, Francesco Traniello, che sta per far uscire dal Mulino il volume Religione cattolica e Stato nazionale, sostiene invece che «il 20 settembre liberò la Chiesa da un fardello, poiché in quella forma il potere temporale era storicamente superato. Inoltre è una data fondativa dello Stato italiano, su cui è sempre utile riflettere. Non credo però - prosegue - che sia opportuno tornare a festeggiare la presa di Porta Pia. Sarebbe un atto simbolico che potrebbe determinare un inopportuno inasprimento delle tensioni tra laici e cattolici». Anche Giovanni Miccoli, storico di sinistra del quale Rizzoli ha appena pubblicato il libro In difesa della fede, si mostra perplesso rispetto al ripristino della festività, ma per altri motivi: «Oggi in Italia c' è un grave problema di laicità dello Stato, cui non si può certo rimediare con simili iniziative. Ma il giudizio storico positivo sul 20 settembre non si discute: anche Paolo VI definì provvidenziale la fine del potere temporale dei papi».

Carioti Antonio


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